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La storia al gran galà del Mendrisio

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Aldo Allio, Claudio Sulser, Dario Rota e Mario Gavranovic raccontano le diverse epoche del Mendrisio

da L'Informatore (Edizione N°20, 17 maggio 2024)

Riccardo Vassalli) Il Mercato Coperto di Mendrisio si è vestito a festa martedì scorso ospitando la serata di gala del FC Mendrisio. Una serata per festeggiare, una volta di più, il centenario del glorioso club biancorossonero. Una serata che bene ha mischiato passato e presente del Mendrisio tra ospiti illustri, tifosi storici, ex allenatori e giocatori, staff e squadra di oggi e il bagno di folla di chi – in un modo o nell’altro – ha sempre tenuto a cuore le sorti del Mendrisio.
Durante il corso della serata sono state anche vendute all’asta alcune delle maglie celebrative che la formazione di Stefani ha indossato sabato scorso al Comunale nella sconfitta contro il GC U21. Anche in quel caso si è trattato di un tuffo nel passato rivisitato in chiave moderna: maglia a scacchi bianco-nera con rifiniture in oro e lacci bianchi sul colletto. Maledetta nostalgia, ha sicuramente sospirato chi di e del Mendrisio ne conosce ogni segreto.
L’avrà pensato, sicuramente, anche Aldo Allio, simbolo di quel Mendrisiostar per sempre nella storia con la celeberrima vittoria in Coppa Svizzera contro il Basilea (con gol di Tomljenovic e, appunto, Allio). Quello che ha affidato l’oggi 74enne nella chiacchierata con Zeno Ruggiero ed Enrico ‘Chico’ Bernasconi è stato un viaggio di ricordi di un calcio cambiato in ogni sua sfaccettatura, anche “se il Mendrisio, quando posso, lo seguo ancora volentieri”.
La palla – ops, il microfono -, è successivamente passato a uno degli ospiti illustri della serata: quel Claudio Sulser, tra i bomber più prolifici che la Svizzera calcistica possa vantarsi di aver avuto. Partito da Mendrisio, Sulser riuscì – con la maglia del Grasshopper – a togliersi diverse soddisfazioni, tra cui anche il titolo di miglior marcatore in Coppa dei Campioni. Il cinque volte campione svizzero ha ricordato anche il suo passaggio al Vevey. “Fu il primo trasferimento che permise al Mendrisio di incassare denaro per un trasferimento”. “Ma anche il mio al Chiasso”, lo incalza divertito Allio.
L’attuale assistente del Lugano U21 e storico ex difensore del Mendrisio Dario Rota ha ricordato, non senza qualche rimorso, di aver solo sfiorato l’occasione di giocare in Serie A con il Lecce. “Avevo già la valigia in mano, ma il Lugano non mi fece partire. Era il mercato invernale e non fu autorizzato il mio trasferimento. Sono arrivato nel professionismo a 27 anni. Un po’ tardi, ma quello che ho ottenuto l’ha guadagnato con sudore, fatica e sacrificio. Gli stessi valori che ora cerco di tramandare ai ragazzi che alleno”.
L’ultimo a prendere la parola è stato il botto di mercato piazzato dal FCM in inverno: quel Mario Gavranovic che non richiede presentazioni specifiche. “Supermario” non ha potuto dare quanto voluto il suo contributo a causa di alcune noie muscolari (solo due spezzoni di partita, ndr). Ma l’eroe di Euro2020 non esclude di proseguire ancora. “Mi trovo talmente bene a Mendrisio che sto riflettendo se fare un altro anno”. Applausi e ovazione. “Questo gruppo mi ha fatto tornare a vivere lo spogliatoio e giocare per divertirmi”. Nel futuro prossimo di Gavranovic potrebbe esserci anche un’avventura da allenatore? “Per ora sto facendo i corsi, prossimamente ho tre esami”. Un gioco da ragazzi per l’ultimo vero bomber della nostra Nazionale? “No, per fare l’allenatore servono anche altre conoscenze del calcio che si possiedono per forza avendo fatto il calciatore”. Insomma, sarà quel che sarà, e lunga vita al FC Mendrisio.