FC Mendrisio News

Un'andata di sofferenza

Scritto da FC Mendrisio | 18 nov 2024

L’inizio della stagione del Mendrisio aveva rivelato fin da subito la sua natura imprevedibile e beffarda, un intreccio di ostacoli e speranze tradite che avrebbe messo alla prova anche i cuori più appassionati. Giunti alla fine del girone d’andata, i momò, con appena nove punti conquistati in quindici partite, si trovano costretti a fare i conti con una realtà ben più amara delle aspettative. Tuttavia, è da queste fondamenta fragili che si deve ripartire, con il girone di ritorno che incombe già questo sabato come un’opportunità di riscatto.

La prima crepa: un esordio segnato dal destino
Era il 3 agosto. L’aria era carica di emozione mentre il pullman della squadra si dirigeva verso Zurigo per il debutto in Prima Lega Classic. Ma il destino aveva già scritto il suo primo capitolo amaro: superato a fatica il traffico del San Gottardo, un incidente mortale nella galleria del Seelisberg bloccò il viaggio, costringendo il gruppo a tornare indietro. La prima partita slittò, e con essa anche l’entusiasmo di un inizio promettente.  
Il weekend successivo, al Comunale, tutto sembrava pronto per riscattarsi. Contro il Freienbach, davanti a un pubblico caloroso, si respirava una strana energia. Tuttavia, un errore arbitrale clamoroso al 42' cambiò il corso della partita: Rino Maggio, ammonito due volte nel giro di quattro minuti, non fu espulso, un dettaglio che avrebbe dovuto lasciare gli avversari in inferiorità numerica. Invece, il Mendrisio subì il gol della sconfitta dopo l'intervallo, in 11 contro 11, oltre al danno la beffa. Il ricorso, portato con speranza e buone ragioni alla Lega, venne respinto senza appello.


Un bagliore nella tempesta

Un momento di speranza illuminò l’orizzonte, fugando per un istante l’ombra della crisi. Era una giornata limpida, con l’aria ancora calda dell’estate che avvolgeva il Comunale, quando il Mendrisio si trovò di fronte al Lucerna, avversario ben più blasonato. Nell'ambito della Coppa Svizzera, contro una squadra di Super League, in una partita epica. Davanti a 2'152 tifosi accorsi al Comunale, i momò combatterono con coraggio, uscendo sconfitti per 1-4, ma guadagnandosi l’ammirazione di tutti.

Tuttavia, quel momento di orgoglio fu presto travolto dal calendario implacabile: cinque partite in quindici giorni, tre delle quali in trasferta, misero a nudo le fragilità della squadra. A Uzwil arrivò un pareggio a reti inviolate, ma i veri drammi si consumarono nel finale delle successive sfide. Sconfitte all'ultimo respiro contro il Collina d’Oro (87'), il Kosova (89') e l’Höngg (93') sembrarono disegnare una trama beffarda: la “zona Cesarini” si accaniva senza pietà contro i momò. A pochi giorni dalla serata dedicata agli sponsor, arriva la sconfitta più pesante della stagione: un secco 4-0 a Tuggen, senza appello. Le parole pronunciate durante la cena al Grotto Eguaglianza sembrano infondere nuovo coraggio e motivazione ai ragazzi in vista della trasferta successiva. Tuttavia, i fantasmi del passato erano ancora presenti, e con loro anche Diogo Pinto, che all’89° minuto regala la vittoria allo Sciaffusa.


Il buio e una scintilla di speranza

Dopo otto giornate, con soli due punti raccolti, la paura si insediava nel cuore della squadra e dei tifosi. Il Mendrisio sembrava incapace di trovare la via del gol, e ogni sconfitta scavava un solco più profondo. Ma alla fine di settembre, una scintilla accese una nuova speranza: contro la capolista YF Juventus, il primo gol stagionale di Becchio regalò un punto prezioso.  
Da lì, arrivarono due vittorie che riaccesero l’entusiasmo. Un 1-2 sul Wettswil-Bonstetten allenato da Liechsteiner e un successo nel primo turno di qualificazione alla Coppa Svizzera 2025-26 contro il Muttenz fecero tornare il sorriso.

Ma il sogno fu breve: il derby perso a Taverne, la sconfitta casalinga contro la nuova capolista Kreuzlingen e una partita caotica con l’Eschen Mauren, segnata da dieci ammonizioni e tre espulsioni, tutte a nostro carico, riportarono il Mendrisio con i piedi per terra.


La chiusura di un’andata amara

Quando ormai il morale sembrava crollato, un lampo di orgoglio si manifestò contro il Linth 04, con una vittoria per 3-1 che sembrava preludio di un nuovo inizio. Tuttavia, l’ultima partita del girone d’andata, quella di sabato scorso contro il Winterthur U21, ha riportato alla luce le stesse fragilità: in vantaggio per due volte, il Mendrisio cede alla pressione, perdendo con un pirotecnico 3-4. Eppure, nei momenti più bui, c'è un’immagine che scalda il cuore: la creazione di una curva da parte di alcuni ragazzini che con i loro cori, tamburi e fumogeni, simboleggiano una passione che va oltre i risultati, abbracciando il senso più puro del calcio e di appartenenza al Magnifico Borgo.
Con il girone di ritorno alle porte, i momò sono chiamati a un’impresa titanica. Il passato, per quanto doloroso, può diventare insegnamento. E il futuro, nel calcio come nella vita, rimane un’incognita da affrontare con coraggio. La strada è lunga, ma per chi non si arrende mai, il destino e le sorprese possono riservare svolte inaspettate.